Una mostra a cura di Matteo Galbiati
In collaborazione con Giulia Andrea Gerosa
con il Patrocinio di Comune di Iseo
Da sabato 16 marzo a domenica 21 aprile 2024
Nell’ambito delle mostre che Fondazione l’Arsenale dedica agli artisti contemporanei, le sale dell’edificio storico si aprono a un nuovo allestimento che ospita le opere di Marco Grimaldi (1967), in occasione dell’esposizione personale curata da Matteo Galbiati.
Marco Grimaldi. Codice luce costituisce un cruciale momento di riflessione sulla ricerca dell’artista, poiché analizza — nei tre ambienti in cui si suddivide il percorso di visita — le differenti modalità della sua espressione artistica. Dal piccolo al grande formato, dalla tela singola al polittico, fil rouge della produzione di Grimaldi è l’attenzione posta al segno e alla luce. In alcune opere, quali i polittici di Chimica e luce, emerge una precisione gestuale matematica, tale da apparire artificiale: l’artista raffina il segno affinché diventi pura fonte luminosa. In altre invece, come l’inedito Ultimo sudario, prevale la necessità espressiva sulla razionalità, dando vita a opere in cui la luce diventa più liquida e spontanea, rimandando a immagini biomorfe.
Grimaldi trasforma la statica base tradizionale della pittura — la tela — in un campo agente, nucleo fuso e magmatico, dove il colore si pone in uno stato di continuo fermento. Questa interpretazione della pittura è valida per tutta la sua produzione, dai lavori della fine degli anni Novanta, particolarmente materici, sino a quelli odierni, più meditativi e leggeri; in tutti i cicli di opere di Grimaldi emerge sempre la cura peculiare rivolta al gesto. Il segno man mano si è evoluto, diventando più dolce, fino a quasi scomparire, lasciando spazio a pure linee di luce in cui le cremie sono attenuate.
A tal proposito annota Matteo Galbiati nel testo critico che accompagna la mostra: “La dialettica tra luce e ombra, costante significativa e significante della ricerca di Grimaldi, pare eludere un’endemica contrapposizione netta, agendo proprio in favore di un equilibrio pacificato tra le parti che si attua attraverso passaggi continui, dall’una all’altra, in cui i due opposti si legano in una continuità fluida, dinamica, consecutiva. Il fattore chiave, l’elemento che può in questa impresa che dilava forme e geometrie, è il colore interpretato nel tempo con la cura di una stesura mai immediata, mai casuale, mai istintiva. Le luminescenze e le ombrosità sono carattere di un pensiero su cui lungamente Grimaldi ha meditato e che considera allora la Pittura quale riflessione non solo incentrata sull’apparire e sul manifestarsi di qualcosa da scoprire, ma anche è votata al ricordo, a quelle esperienze individuali che, sensibili e sollecitate, se attivate si interrogano sulla memoria che torna e si ritrova in qualcosa di nuovo e diverso.”
Oggi, la superficie delle sue tele appare levigata, eppure non nasconde mai la gestualità che l’ha creata. Questa affiora silenziosamente dalle sfumature sapienti, dalle calcolate imprecisioni e dai contrasti coerenti.
Marco Grimaldi. Codice luce si presenta come una selezione attenta e calibrata di alcuni lavori particolarmente significativi dell’ultima produzione dell’artista, il quale desidera caricare la pittura astratta di vita, per poter esprimere e comunicare un’emozione concreta”.
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