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STEFANO BOMBARDIERI

Dal 15 giugno al 29 settembre 2024

Una mostra a cura di Anna Lisa Ghirardi

con il Patrocinio di Comune di Iseo e il supporto di Poliedro Studio, Le Giraffe Noleggi e GARE82

Il passaggio da immagini leggere, giocose a tematiche più profonde e meditative è continuo nella opera di Stefano Bombardieri. Ci si può fermare a leggere le grandi bestie come monumentali figure da parco giochi o appropriarsi di uno sguardo più introspettivo e
conoscitivo della sua poetica.
Non manca una vena dadaista, giocosa e nemmeno il sentimento del contrario.
In relazione alla sua opera si deve pensare alla parola illusione, in questa lettura etimologica: in-ludere (scherzare) -ludus (gioco), in un contrasto tra apparenza e realtà.
Entrare nel suo studio, un grande capannone pieno di sculture in fase di realizzazione, di costruzione, è un po’ come entrare in un gioco. E il gioco è metafora del mondo.
Molti filosofi si sono soffermati sul questo tema, da Platone a Nietzsche. Per Eugen Fink, che ne ha scritto in più occasioni, citando anche Eraclito, il gioco umano, in particolare fanciullesco, può essere assunto come simbolo di quello cosmico. Ǫuesta attività per il
bambino è “sano mezzo di esistenza” e attraverso essa realizza la sua “apertura al mondo”.
Secondo il filosofo tedesco è infatti importante cercare di conservare quanto più possibile la spontaneità, la fantasia, l’iniziativa di chi gioca. Il gioco appartiene pertanto alla costituzione ontologica dell’esistenza umana ed è simbolo del mondo, giacché attraverso esso si manifesta il modo dell’uomo di rapportarsi al mondo e all’altro, perché ogni gioco ha un orizzonte di apertura.

Come Bombardieri afferma: l’arte è la sua medicina. Il linguaggio ludico cela, nell’apparente leggerezza, persino l’amarezza di uno sciroppo curativo.

Stefano Bombardieri (Brescia, 1968).
Figlio di scultore, affianca gli studi artistici alla frequentazione, sin da giovane età, dello studio del padre, Remo Bombardieri, dove affina le sue conoscenze tecniche.
Accanto alla realizzazione di sculture figurative, in prevalenza di grandi dimensioni, crea opere legate all’arte povera, all’arte concettuale e alla video-installazione. La sua ricerca artistica si sviluppa sulla riflessione, non senza suggestioni filosofiche, di alcuni temi, quali il tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore nella cultura occidentale, l’uomo e il senso dell’esistenza. Il suo lavoro parte dalla realtà tangibile per giungere a mondi interiori, universi fantastici.
A partire dagli anni Novanta espone in spazi pubblici e gallerie, prediligendo il dialogo tra opera e ambiente urbano.
Tra le sue installazioni si ricordano quelle collocate a Ferrara, a Faenza, a Bologna, a Saint Tropez e a Potsdam. Nella suggestiva cornice di Pietrasanta presenta nel 2009 la sua personale The animals’ count down. Partecipa inoltre alla 52a e alla 54a Biennale di Venezia. Lavora tra Italia, Francia, Germania, Svizzera, Inghilterra, Grecia, Libano, Stati Uniti ed Emirati Arabi.
Nell’anno accademico 2020-2021 è stato Docente di Scultura Pubblica Monumentale presso l’Accademia Santa Giulia di Brescia. 

 

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