FABIO LOMBARDI. Thanatomorphose
Dall'11 marzo 2023 al 16 aprile 2023
Una mostra a cura di Alice Vangelisti e con il Patrocinio di Comune di Iseo e di Associazione falía*
Lo spettacolo della tanatomorfosi, cioè della decomposizione della carne, è motivo di ribrezzo e paura, in quanto intesa come attimo ultimo e ripugnante di distruzione, l’annientamento finale e irreversibile dell’Io fisico. Andrebbe – e a tutti gli effetti va – però immaginata anche come un passaggio, un’attesa parte di un processo ciclico di eterno ritorno: è proprio in questo senso che Lombardi rivede l’orrore distruttivo della decadenza e ce la mostra come un puro atto di creazione, che dall’odore putrido di morte innalza una sublimata rappresentazione di nuova vita.
Il lavoro di Fabio Lombardi si pone, infatti, in quella sottile linea tra la vita e la morte, mostrando l’inesorabile processo di mutamento che si pone nel mezzo, in bilico costante tra i due diversi stadi dell’esistenza umana.
Emblema di questo cambiamento è il corpo, terreno fertile per accogliere e raccogliere le tracce di un’inevitabile decadenza, che mostra però allo stesso tempo una rinnovata forma di bellezza, la quale sorge dall’oscurità e dalla putrefazione per dare vita a preziose composizioni sospese tra le pieghe della fragilità umana.
In questo senso, la mostra si fa portatrice delle fasi del mutamento, ispirandosi in particolare ai processi alchemici, che mirano a sublimare la materia in una forma sempre più alta e perfetta, raggiungibile solamente attraverso la corruzione della stessa. Per questo le muffe e i microrganismi protagonisti dei lavori di Lombardi hanno potenzialmente una duplice funzione: prima di tutto quello di corrompere la carne, ma allo stesso tempo, andando oltre l’orrido odore di putrido, sono in grado di generare una rinnovata immagine della bellezza.
Nelle preziose composizioni di Lombardi appaiono così questi corpi, sospesi in atmosfere cariche di estatica tensione, che si disfano sotto i nostri occhi, incarnando perfettamente il loro continuo e inarrestabile mutamento. Così finalmente dalla materia putrida e decadente si eleva in un delicato grido una potenzialmente infinita nuova vita e la decadenza e la morte sono glorificati per il loro contributo nell’inevitabile processo di metamorfosi. Ed è proprio qui, nell’interregno di dolorosa creazione e affascinante distruzione, in cui coesistono incanto e disperazione, che risiede la vera essenza della bellezza ricercata dall’artista.
Fabio Lombardi
Fabio Lombardi nasce a Gavardo nel 1993, attualmente vive e lavora tra la provincia di Brescia e di Trento.
Si diploma in Pittura presso l’Accademia SantaGiulia di Brescia.
Anatomia, filosofia e antropologia sono la matrice della sua ricerca artistica, che, attraverso l’utilizzo di diversi media, celebra la decadenza, come processo di sublimazione della forma e della materia, e il suo legame con la sessualità.
Così pittura, disegno, arte video e digitale, scultura e installazione diventano campo fertile per la germinazione di forme liminali che trascendono il definito, per fluttuare nella realtà dell’incorporeo.
Il legame con la Francia, dovuto alle origini della nonna paterna, lo introduce allo studio della filosofia francese del ‘900, approfondendo tematiche come Erotismo, Estetica ed Esistenzialismo, fondamentali per il suo percorso di crescita, e la struttura della sua visione.
Tra le mostre recenti si segnalano: nel 2021 Ligabue: la figura ritrovata, a cura di Matteo Galbiati e Nadia Stefanel, Fondazione Antonio Ligabue, Palazzo Bentivoglio (Gualtieri, RE). Inferno: oltre l’abisso, a cura di Matteo Vanzan, Palazzina Storica (Peschiera del Garda) ed Ex Cinema
Cristallo (Grado). Ivy, a cura di Matteo Galbiati e Felice Terrabuio, MiMuMo (Monza).
Nel 2019 (In)stanze d’incontro, a cura di Alice Vangelisti, Villa Damioli (Pisogne, Bs).
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